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01 marzo 2019

"Chi surid mia, negosi al versa mia"

"Chi surid mia, negosi al versa mia" è un tipico modo di dire Rivaltese che significa: inutile aprire un'attività commerciale se non sai tenere un atteggiamento positivo nei confronti dei tuoi clienti. Evidentemente non era il caso di Giovanni Storti che apre a Rivalta sul Mincio, attorno agli anni trenta del secolo scorso, una rinomata salumeria nonchè spaccio di generi alimentari. A quel tempo l'economia rivaltese si basava sulla pesca, sulla lavorazione della canna palustre e sulla lavorazione del baco da seta in filanda. L'attività diventa fin da subito un punto di riferimento per il paese e per tutto il circondario, non solo per la qualità eccelsa dei salumi, ma anche per la cortesia, gentilezza e simpatia con la quale Giovanni, con passione infinita, conduceva la propria attività. In particolare, tutt'ora ci sono persone che possono testimoniare della sua generosità dimostrata, soprattutto, nei confronti delle famiglie più bisognose. A quei tempi non esistevano carte di credito o bancomat e le disponibilità economiche erano ridotte al lumicino. Gli acquisti alimentari venivano annotati sul "libretto della spesa" in attesa di poter saldare il debito in tempi migliori. Giovanni in diverse occasioni, diciamo che si dimenticava di annotare gli acquisti fatti dai clienti, suscitando l'ira della moglie Egle, ma ottenendo la riconoscenza di chi alla fine del mese proprio non poteva arrivare.

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